domenica 31 gennaio 2016

Fuori dalle mura di città, verso nord

Fino alla fine del Cinquecento, la città abitata rientrava esclusivamente dentro le mura.

Tra i primi edifici a sorgere fuori dalle mura verso nord-ovest, uscendo dalla Porta Carini, fu il convento di S. Francesco di Paola, collegato da una strada costruita nel 1595 (attuale via Carini). I terreni fuori dalle mura, esclusivamente agricoli, appartenevano soprattutto ad ordini religiosi.
Dal Seicento in poi, e soprattutto nel Settecento, i nobili, che risiedevano stabilmente nei loro palazzi di città, entro le mura, cominciarono a costruire le loro casene di campagna, nel bel mezzo della Conca D’Oro fino alla cosiddetta Piana dei Colli, dove cominciarono a trascorrere la loro villeggiatura estiva.
Le prime ville quindi furono adattamenti o trasformazioni degli antichi bagli sorti per uso agricolo o di "casene di caccia" esistenti sin dal Cinquecento.

L’unico esempio rimasto nella nostra zona riguardante questo periodo è Villa Trabia alle Terre Rosse.

Tra il Settecento e la metà dell’Ottocento, la città si era gradualmente allargata oltre le mura, soprattutto in direzione nord. Nel 1848, in seguito alle rivolte antiborboniche, venne costruita una strada che collegava le mura del lato nord alla contrada dei Colli: questa strada, realizzata espropriando i terreni appartenenti in gran parte al principe di Radaly, venne denominata Strada della Libertà. Qui in seguito venne realizzato un giardino all’ingleseMa fu solo alla fine dell’Ottocento che questa zona divenne effettivamente urbanizzata, a causa dell’aumento della popolazione.

Dopo l’Unità d’Italia, nel 1860, l’allora Sindaco Duca della Verdura diede incarico a un gruppo di architetti, tra cui Giovan Battista Filippo Basile di “studiare un piano di fondamentali riforme e di ingrandimento per migliorare le condizioni igieniche della città e la viabilità”, che prevedeva ampliamenti verso la periferia. Nel 1885 venne approvato il nuovo piano regolatore ideato dall’ingegnere Felice Giarrusso. Negli ultimi decenni dell’Ottocento sorsero il Teatro Politeama (1874, Giuseppe Damiani Almeyda) e il Teatro Massimo (iniziato nel 1875, Giovan Battista Filippo ed Ernesto Basile). Nel 1886 venne inaugurata la Stazione Centrale, che contribuì allo sviluppo della città, e venne prolungata la via Libertà. Il piano Giarrusso prevedeva anche la nascita di via Notarbartolo.

Nel 1891/92 si tenne a Palermo l’Esposizione Nazionale, che aveva sede provvisoria nello spazio tra le attuali piazza Castelnuovo, via Dante (ai tempi via Lolli), via Villafranca e via Spaccaforno e Piazza Mordini. Ciò accelerò la costruzione della Stazione Lolli, inaugurata nel 1891. La costruzione della ferrovia e della stazione diedero ulteriore impulso allo sviluppo industriale delle zone Malaspina e Olivuzza. Dopo l’Esposizione, la Stazione si trasformò in deposito e magazzini generali per i diversi materiali ferroviari e come punto di appoggio dei carri destinati o provenienti dai raccordi industriali generali della zona. I terreni allora vennero edificati e diedero vita a uno dei quartieri più rappresentativi dello stile liberty a Palermo.

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