domenica 31 gennaio 2016

la Contrada Malaspina alle Terre Rosse

I terreni in cui si sviluppa la prima parte del nostro itinerario facevano parte della contrada Malaspina alle Terre Rosse.

L’arteria principale è via Notarbartolo: il primo tratto di questa strada (fino all’attuale via P.Mattarella), realizzato nell’ultimo ventennio dell’800, attraversava i terreni appartenuti alla principessa di Carini che abitava nell’attuale villa Zito; più ad occidente si estendeva il vasto fondo detto Firriato della Madonna, di proprietà dei Whitaker. Questo secondo tratto fu realizzato da Joshua Whitaker nel 1904 per potervi costruire. Tra il 1911 e il 1914 J.Whitaker concede al costruttore Michele Utveggio i terreni per costruirvi ville, villini e palazzine.

Viene realizzato anche il primo tratto di Via Sciuti (oggi Via Terrasanta) e le parallele via N.Morello e via Di Maria, le traverse via Domenico Costantino e via G. Damiani Almeyda.

Negli anni successivi, vennero costruite altre palazzine fino all’attuale incrocio tra le vie Terrasanta
e Damiani Almeyda. Durante il Fascismo, tra gli anni ’20 e gli anni ‘30 vennero realizzati anche i due edifici scolastici e il complesso delle Case Popolari.

Nel 1935 venne costruito il complesso del Commissariato di Terrasanta, con la chiesa che darà il nome alla strada. Nel 1937 fu aperto il tratto stradale tra via Damiani Almeyda e piazza Diodoro Siculo. In questo tratto si continuò a costruire fino agli anni Cinquanta.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, alcune ville della zona erano state danneggiate o requisite
dall’esercito tedesco prima o dagli Alleati dopo il ‘43.

A partire dagli anni ‘60, venne deciso il prolungamento di via Notarbartolo oltre la piazza Malaspina, oggi via Leonardo da Vinci, e nel ‘67 venne tagliato il parco di villa Trabia con l’attuale via Piersanti Mattarella, prolungamento di via Villafranca.

La trasformazione di via Notarbartolo è stata di tipo economico-speculativo: delle 40 villette
realizzate lungo i fronti di via Notarbartolo, sono stati mantenuti solo 3 edifici, gli altri sono stati
sostituiti tra gli anni ‘50 e ’80 (soprattutto negli anni del cosiddetto “sacco di Palermo”) con condomini multipiano e con edifici adibiti a uffici amministrativi.

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