martedì 29 marzo 2016

Il "Firriato della Madonna"


La prima tappa del nostro itinerario si sviluppa nei terreni vicini alla via Notarbartolo, che facevano parte della contrada Malaspina alle Terre Rosse. In particolare, i terreni sui quali ci troviamo facevano parte di un grande fondo, chiamato Firriato della Madonna, di proprietà dei Whitaker.

La zona di Via Malaspina in una carta topografica del 1900 - archivio Licari
Il primo tratto di via Notarbartolo, fino all’attuale via Piersanti Mattarella-via Giacomo Leopardi, era stato edificato negli ultimi 20 anni del 19° secolo, nello stesso periodo della via Libertà.
Il secondo tratto, invece, fu realizzato in seguito alla proposta che Joshua Whitaker fece al Comune di Palermo nel 1911: egli voleva infatti costruire su quei terreni, ma le strade esistevano soltanto sulla carta, così il Comune gli concesse di costruire a patto di realizzare a proprie spese le vie che erano state previste nel Piano Regolatore Giarrusso.
Così, Joshua Whitaker affidò al costruttore Michele Utveggio la realizzazione di 14 villette, ultimate nel primo ventennio del Novecento. Le abitazioni (ville prestigiose, palazzine a tre elevazioni, villette di più piccole dimensioni o bifamiliari ) erano circondate da giardini ed erano state realizzate secondo stili diversi, dal classico al liberty che era allora di moda. Gli architetti erano molto famosi: tra questi ricordiamo Ernesto Armò, allievo di Ernesto Basile, e Giovan Battista Santangelo, che aveva progettato il Castello Utveggio. Nei primi decenni del Novecento la via Notarbartolo era una strada elegante dove abitavano famiglie di prestigio, nobili o professionisti benestanti.
La zona di Villa Trabia in una carta del 1928 (archivio Licari)
Nel periodo fascista, tra gli anni Venti e Trenta, vennero realizzati nuovi edifici negli isolati ancora liberi, e in particolare vennero realizzati i due edifici scolastici e il complesso delle Case Popolari. Questo provocò una prima trasformazione del quartiere, che cominciava a perdere la sua atmosfera privilegiata.

foto scattata da un balcone di via Terrasanta n.39 all'inizio degli anni '50
in fondo a sinistra si vede il complesso delle Case Popolari e l'incrocio con via Damiani Almeyda
(archivio Eugenio Caccamo Vizzini)


La via Sciuti (così si chiamava anche il tratto iniziale dell’odierna via Terrasanta) terminava all’altezza dell’incrocio con via Damiani Almeyda. Poi, alla fine degli anni Trenta fu costruito il complesso del Commissariato di Terrasanta e quindi venne sistemata la prosecuzione della strada principale fino alla piazza Diodoro Siculo.

Foto aerea scattata dalla RAF il 27.1.1943 - particolare - archivio Licari
La Seconda Guerra Mondiale costrinse molte famiglie a sfollare fuori Palermo: molte ville e palazzine furono occupate dall’esercito tedesco prima del 1943 e dagli Alleati dopo il 1943 e vennero usate come uffici. Dopo la guerra, i danni furono notevoli anche in questa zona.

foto aerea di Palermo, anno 1954 (particolare) - archivio Licari

Nel 1963 venne approvato un nuovo Piano Regolatore che prevedeva il prolungamento di via Notarbartolo oltre via Malaspina e cominciarono i lavori per la realizzazione di una nuova stazione che sostituisse la Stazione Lolli, ormai dismessa.



Tra gli anni ’60 e ’70 quasi tutte le ville della zona sono state abbattute e sostituite da condomini. Erano gli anni del cosiddetto Sacco di Palermo e non c’era molta attenzione verso i beni culturali e ambientali, sia da parte dei cittadini che da parte dell’amministrazione comunale.
Molti edifici di nuova costruzione sono stati utilizzati come sedi per gli assessorati e uffici pubblici. L’ultimo villino di via Notarbartolo è stato abbattuto negli anni ’90.
Nel 1967 venne deciso il prolungamento di via Principe di Villafranca che raggiunse la via Notarbartolo tagliando il parco di Villa Trabia. Negli anni ’80 questo tratto di strada venne intitolato a Piersanti Mattarella.
Nel 1974 venne inaugurata la Stazione Notarbartolo e la ferrovia, che prima era al livello della strada, venne risistemata rendendola in parte sotterranea. Venne costruito il ponte che attualmente, dal 30 dicembre 2015, è percorso dal nuovo tram.
Insomma, nel giro di 100 anni, tutti i terreni agricoli di un tempo sono scomparsi ed è sorto un quartiere attraversato ogni giorno dal traffico delle auto. Rimane fortunatamente il polmone verde di Villa Trabia.




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